Il fronte della tempesta causata da tre tifoni che hanno investito la megalopoli di Tokyo nel 2015 © James Whitlow Delano
Di fronte alla potenza di fenomeni catalogabili come cambiamenti climatici notiamo la difficoltà a narrarne la manifestazione, l’eccezionalità, l’imprevedibilità, forse con la sola eccezione del genere fantastico – fantasy o fantascientifico che sia – , l’unico che sembra delegato a poterlo fare.
L’ultimo libro di Amitav Ghosh, La grande cecità, si apre con una domanda pertinente: perché la letteratura non si occupa dei cambiamenti climatici? L’autore individua la vera ragione nella nostra inabilità a cogliere l’ampiezza e la violenza del fenomeno, sia per quanto riguarda la letteratura, la storia che la politica. La natura estrema degli eventi climatici attuali li rende difficili da immaginare, pensare e registrare. Qualcuno ci prova e Bruno Arpaia con Qualcosa, là fuori, mette in scena non solo il sopravvivere ma il comportarsi da umani in avventure difficili.
La scienza, dal canto suo è messa alla prova: come comunicare, come dare forma alla divulgazione tenendo conto della suddetta difficoltà ma senza venir meno alla sua funzione culturale?
Relatori
Chiara Macconi, scrittrice e giornalista
Stefano Agustoni, geografo e docente – blog
Raffaele Scolari, filosofo e docente
Conferenza organizzata in collaborazione con GEA – associazione dei geografi.
Data / Ora
18/11/2017
16:00 - 18:00
Luogo
Ex Macello
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